Necromanzia & Spiritismo
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Necromanzia & Spiritismo
Dialoghi con l’invisibile tra magia, scienza e sopravvivenza dell’anima
Sin dalle origini della civiltà, l’uomo ha cercato di varcare la soglia della morte, non soltanto per comprenderla, ma per comunicare con coloro che la abitano. Il desiderio di stabilire un contatto con i defunti non appartiene solo alla sfera religiosa o magica, ma si manifesta come esigenza esistenziale: la necessità di sapere che l’amore, la coscienza e la memoria non si dissolvono con la fine del corpo.
In questa tensione verso l’oltre si inserisce l’intera costellazione di pratiche che va dalla necromanzia antica allo spiritismo moderno, passando per le teorie della parapsicologia e le indagini sui luoghi infestati.
La Necromanzia, nella sua accezione originaria, non era il semplice “evocare i morti” per scopi futili o superstiziosi, come certa letteratura moderna ha lasciato intendere. Al contrario, si trattava di un’arte rituale, codificata e pericolosa, in cui l’operatore — il necromante — si poneva come intermediario tra il mondo visibile e quello delle ombre. Attraverso formule, simboli, oggetti consacrati e talvolta sacrifici, si cercava di ottenere informazioni da spiriti disincarnati o entità liminari. Spesso associata ai culti ctoni e agli oracoli degli inferi, la necromanzia fu tanto praticata quanto condannata, specialmente nei contesti giudaico-cristiani.
Con l’età moderna, tuttavia, si apre un nuovo scenario. Nel XIX secolo, in piena epoca positivista, la comunicazione con i defunti si trasforma, almeno apparentemente, in un fenomeno “scientifico”. Nasce così lo Spiritismo, una dottrina che, pur conservando una matrice spirituale, si presenta come un metodo razionale per indagare l’aldilà.
A sistematizzare questo movimento fu Allan Kardec, pseudonimo del pedagogista francese Hippolyte Léon Denizard Rivail, che tra il 1857 e il 1868 pubblicò una serie di testi fondamentali (Il Libro degli Spiriti, Il Libro dei Medium, Il Vangelo secondo lo Spiritismo), ponendo le basi di una vera e propria filosofia spiritualista. Secondo Kardec, gli spiriti disincarnati non solo sopravvivono alla morte, ma possono intervenire attivamente nel mondo dei vivi, offrendo insegnamenti, ammonimenti e prove della loro esistenza.
Le sedute medianiche, le tavole Ouija, gli automatismi scrittorî, le voci dirette: questi furono gli strumenti attraverso cui lo spiritismo cercò di validare empiricamente l’ipotesi della sopravvivenza dell’anima. E proprio questa tensione verso la validazione scientifica portò alla nascita di organismi di studio come la Società per la Ricerca Psichica in Inghilterra (1882) o, in epoca più recente, la Journal of Parapsychology, fondata nel 1937 negli Stati Uniti. Quest’ultima raccoglie ricerche su telepatia, psicocinesi, apparizioni e comunicazioni post-mortem, offrendo un ponte tra il rigore metodologico e l’apertura ai fenomeni anomali.
In parallelo, e spesso in modo meno sistematico, si è sviluppato il filone dell’indagine sui luoghi infestati. Le dimore infestate, castelli, case di campagna, vecchie prigioni o ospedali abbandonati, sono diventati scenari archetipici di manifestazioni spettrali. Le testimonianze variano: presenze eteree, rumori inspiegabili, cali di temperatura, oggetti che si muovono autonomamente. Se in passato tali episodi venivano attribuiti a spiriti in pena o a entità demoniache, oggi attirano sia occultisti sia ricercatori dotati di strumentazioni elettroniche, in un curioso incontro tra il sensibile e il sensore.
Questa sezione del sito si propone di esplorare entrambi i versanti della questione: quello rituale e simbolico della necromanzia, con le sue radici arcaiche e la sua trasmissione nei grimori medievali; e quello più recente dello spiritismo, con i suoi protagonisti, le sue pratiche e le sue ambiguità. L’obiettivo non è stabilire dogmi o verità ultime, ma offrire strumenti per comprendere un dialogo interrotto: quello tra i vivi e i morti, tra i mondi separati solo da una membrana sottile, attraverso cui filtrano sussurri, visioni e interrogativi che non cessano mai di inquietare.