La spirit box è uno degli strumenti più discussi e controversi nel campo dell’investigazione paranormale, ma anche uno degli strumenti base presenti nell’equipaggiamento di ogni ghost hunter che si rispetti, utilizzata per tentare di comunicare con entità o spiriti questa apparecchiatura cattura l’attenzione di appassionati e scettici grazie alla sua capacità di produrre risposte che sembrano provenire dal mondo ultraterreno; è un mezzo di comunicazione passivo, non “apre porte” o “crea connessioni” ma si limita a captare eventuali risposte di entità già presenti.
L’interesse per le psicofonie è emerso a metà del xx secolo, anche se l’idea di utilizzare dispositivi elettronici per comunicare con l’aldilà destava già interesse negli anni 20, l’inventore Thomas Edison si interessò allo sviluppo di un dispositivo che potesse facilitare la comunicazione con gli spiriti ma non ci sono prove concrete che abbia mai realizzato tale apparecchio. Uno dei pionieri in questo campo, considerato da molti il padre della psicofonia, fu Friedrich Jürgenson che nel 1959 registrò accidentalmente voci non identificate mentre cercava di catturare il canto degli uccelli nella sua residenza di campagna; questo episodio lo spinse a intraprendere una serie di esperimenti che portarono alla registrazione di una svariata quantità di nastri contenenti voci di origine sconosciuta. Successivamente, Konstantin Raudive, psicologo e filosofo allievo di Carl Gustav Jung, affascinato dal lavoro di Jürgenson approfondì i suoi studi e iniziò le proprie ricerche nel campo delle psicofonie nel 1964. Utilizzando registratori in ambienti silenziosi riuscì a captare voci in diverse lingue tra cui tedesco, lettone, francese e le sue ricerche portarono alla pubblicazione di un libro dal titolo “Breakthrough” in cui documentò oltre 70.000 registrazioni.
A partire dagli anni 60 Marcello Bacci fu uno dei ricercatori più attivi nel panorama italiano, noto per i suoi esperimenti con apparecchi radio a valvole, nel suo laboratorio di Grosseto condusse sessioni in cui le voci sembravano interagire direttamente con i presenti, rispondendo a domande in tempo reale. Le sue ricerche hanno attirato l’attenzione di numerosi studiosi e gruppi di ricerca, contribuendo significativamente alla diffusione della psicofonia in Italia e dando ispirazione e spunto a tutti gli appassionati del genere. Negli anni 2000 Frank Sumption sviluppò il “Frank’s Box”, un dispositivo che scansiona le frequenze radio nel tentativo di captare voci paranormali, questo strumento è considerato il precursore delle moderne Spirit Box. La spirit box ha subito diverse evoluzioni nel tempo, portando alla nascita di modelli tradizionali più efficienti e altri più moderni e innovativi, dotati di vocabolari digitali o altre funzionalità avanzate, dividendo l’opinione degli addetti del settore.
Il fenomeno delle voci elettroniche (FVE) in inglese Electronic Voices Phenomena (EVP) conosciuto anche come con il nome di psicofonia è un presunto fenomeno paranormale che riguarda la manifestazione di voci tramite strumentazione elettronica, il termine “psicofonia” deriva dal greco“psiche” (anima) e “fons” (suono), suggerendo l’idea di “suono dell’anima” ed è stato introdotto per descrivere quei suoni che sembrano avere un’origine non fisica, ma piuttosto spirituale o psichica. La spirit box tradizionale è essenzialmente un dispositivo che scansiona in modo continuo e veloce le frequenze radio AM o FM, producendo un flusso costante di rumori bianchi, interferenze e frammenti di trasmissioni radiofoniche, dando così modo all’operatore di captare parole o messaggi. È uno strumento semplice da utilizzare e non è necessaria alcuna preparazione specifica, chiunque vi si può approcciare con successo. Nella spirit box tradizionale le risposte si manifestano attraverso parole o frasi percepite tra il rumore delle frequenze, possono essere soggette a interferenze radio casuali, rendendo difficile distinguere tra comunicazioni autentiche e rumore di fondo, ma nonostante tutto, questo strumento è comunque ritenuto il più affidabile. Le spirit box più innovative (con vocabolario o IA integrata) combinano tecnologie di scansione tradizionale con software digitali che traducono presunte risposte in parole o frasi specifiche, alcuni modelli sfruttano algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare i dati raccolti e proporre una traduzione “coerente”, hanno un dizionario preimpostato (con centinaia o migliaia di parole) e selezionano quelle che meglio risuonano con l’ energia captata. Alcuni non utilizzano frequenze radio ma algoritmi per interpretare “segnali” elettromagnetici o vibrazionali, filtrano le interferenze radio con l’ausilio di tecnologie digitali per rendere le risposte più chiare, permettono la velocità di scansione e la possibilità di cancellare i rumori statici per facilitare l’interpretazione delle risposte. I modelli più recenti offrono connessioni tramite remoto o app ma il loro utilizzo è molto controverso perché ritenuto poco attendibile dagli esperti del settore. Il funzionamento della spirit box si basa sul principio secondo cui le entità spirituali, essendo fatte di energia, possono interferire con le onde elettromagnetiche, l’idea di base è che gli spiriti possano manipolare queste frequenze per formare parole o frasi significative, rispondendo alle domande poste dall’operatore. Quando il dispositivo scansiona le frequenze, i ricercatori pongono domande dirette e attendono eventuali risposte, aiutandosi spesso con l’utilizzo di registratori audio durante le sessioni, per riascoltare e analizzare in un secondo tempo il materiale raccolto, cercando di cogliere frasi che potrebbero essere sfuggite o non essere al momento chiaramente udibili. Sappiamo che la gamma della voce maschile notoriamente va da 100 a 130 Hz e quella femminile da 130 a 210 Hz, l’orecchio umano percepisce un range di suono che va da 20 Hz ai 20000 Hz (sotto ai 20 abbiamo gli infrasuoni, sopra ai 20000gli ultrasuoni) i registratori comuni non percepiscono frequenze diverse dallo spettro udibile dall’orecchio umano e quelli specifici hanno costi importanti limitando così le possibilità dei più di approfondire le sessioni.
Oltre ad essere ampiamente utilizzata nelle indagini paranormali, la spirit box è spesso oggetto di fraintendimenti, uno dei più diffusi è l’idea che questo dispositivo possa fungere da portale per il mondo degli spiriti o addirittura aprire varchi tra il nostro piano esistenziale, dimensionale e quello ultraterreno. La spirit box non crea né manipola energia spirituale, si tratta di un dispositivo che scansiona rapidamente le frequenze radio, non c’è alcun meccanismo che permetta l’apertura di varchi dimensionali o il collegamento diretto con altre realtà, l’idea che possa essere un portale è radicata più nel folklore e nell’immaginario paranormale di un tempo, fortunatamente adesso con la divulgazione esoterica e la giusta informazione non è più così e sono rimaste in poche le persone non consapevoli della funzione corretta di questo strumento.
La spirit box viene spesso erroneamente associata a concetti esoterici come la tavola Ouija o rituali magici, che prevedono evocazioni o invocazioni, ma questi “strumenti” operano su un piano simbolico e ritualistico molto diverso e non hanno nulla a che vedere con questa pratica, alcuni credono che sia possibile evocare demoni tramite questo strumento ma, come non mi stancherò mai di ripetere, non è possibile evocare un demone con la spirit box perché questo apparecchio non è progettato per richiamare entità, ma bensì per facilitare la comunicazione con presunte presenze già esistenti in un determinato luogo. Evocare un demone richiede rituali specifici e complessi, una connessione energetica profonda, sigilli, simboli, strumenti, energie e intenzioni mirate, spesso basati su tradizioni magiche o grimori e di certo la spirit box non offre nessuno degli elementi necessari.
È importante utilizzare la spirit box in modo consapevole, trattandola per quello che è: un mezzo per indagini che stimola curiosità e discussione, ma che non deve alimentare false nozioni o paure ingiustificate. Nonostante il fascino che la spirit box suscita, in molti ne mettono in dubbio l’efficacia. Le pricipali critiche includono: • Pareidolia: è la tendenza umana a trovare significati o modelli familiari a rumori (o immagini) casuali. Spesso chi utilizza la spirit box potrebbe interpretare suoni o frammenti radio come parole significative. •Apofenia: dare un preciso significato a ciò che è di per sé oggettivamente insignificante. • Interferenze radio: le frasi che sembrano provenire dagli spiriti potrebbero essere semplicemente trasmissioni radio capitate durante la scansione. • Mancanza di validazione scientifica: la comunicazione con l’aldilà rimane un argomento che non ha trovato un riscontro empirico accettato dalla comunità scientifica, ma questo vale per molte altre pratiche esoteriche. È importante rimanere scettici e mantenere un approccio critico e non interpretare ogni suono come un messaggio paranormale, (ne va della credibilità sia dell’operatore che del settore) e se si crede di interagire con entità spirituali è essenziale mostrare rispetto evitando di provocare o insultare.
La spirit box è un dispositivo che si colloca al confine tra tecnologia e occulto, attirando curiosi e studiosi del paranormale. Sebbene non ci siano prove definitive della sua efficacia, per molti rappresenta un mezzo intrigante per esplorare i misteri della vita dopo la morte. Che si tratti di uno strumento utile o di un semplice fenomeno psicoacustico, la spirit box continua a stimolare dibattiti e accendere l’immaginazione di chi è affascinato da questo mondo. E tu, dimmi, hai avuto esperienze paranormali? Sei un investigatore paranormale? Quali sono le tue esperienze con questo strumento? Scrivimi, la tua esperienza potrebbe essere raccontata in uno dei prossimi numeri.
Elena – Lunatica